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• Come faccio a sapere se sono affetto da diabete?Per la diagnosi di diabete è necessario eseguire l'esame della glicemia a digiuno. Infatti, valori di glicemia a digiuno uguali o superiori a 126 mg/dl in almeno due occasioni distinte sono diagnostici di diabete. Se i valori di glicemia sono più alti della norma, ma non abbastanza da giustificare una diagnosi di diabete (valori compresi tra 110 mg/dl e 126 mg/dl) è necessario effettuare un test da carico orale di glucosio per confermare la diagnosi.
• Quali sono i primi sintomi, in genere?
I primi sintomi di diabete sono rappresentati dall'eliminazione di elevate quantità di urine (poliuria) e dalla sete intensa (polidipsia). Il glucosio in eccesso viene eliminato con le urine e poiché vengono persi anche molti liquidi con le urine, la cute e le mucose tendono ad essere disidratate, l'organismo nel suo insieme sente l'esigenza di reintegrare i liquidi e, quindi, insorge una sensazione di sete intensa
• Quali sono altri sintomi?
Il diabete può associarsi ad un aumento dell'appetito e dell'assunzione di alimenti (polifagia), che però non si accompagna a un accrescimento di peso, ma al contrario, a un dimagrimento.
• Perché può osservarsi una perdita di peso?
In situazioni di carenza o assenza di insulina, le cellule non possono utilizzare il glucosio nel sangue come fonte di energia per tutte le attività e suppliscono utilizzando fonti energetiche alternative, come le proteine muscolari e i grassi di deposito con conseguente perdita di peso
• Un’insolita stanchezza potrebbe essere un segnale-spia di diabete?
La notevole perdita di energia determinata dal consumo di riserve energetiche alternative al glucosio, può causare stanchezza anche in condizioni di riposo.
• L'oculista mi ha consigliato di fare un test per il diabete. Perché?
L'oculista, spesso ancora prima della diagnosi di diabete, può rilevare la presenza di una retinopatia diabetica, una delle complicanze del diabete che interessa i vasi sanguigni dell'occhio.
• Un'insolita tendenza alla cistite e al mughetto potrebbero essere segni di diabete?
Le persone affette da diabete sviluppano frequentemente infezioni fungine a carico di cute e mucose e infezioni batteriche a livello delle vie urinarie poiché la presenza di glucosio rappresenta un ottimo terreno di crescita per i microorganismi responsabili di queste infezioni.
• È vero che chi soffre di diabete di tipo 1 ha l'alito che "odora di frutta"?
Una complicanza temibile del diabete di tipo 1 è la chetoacidosi che si manifesta in condizioni di carenza o assenza di insulina in cui l'organismo non può utilizzare il glucosio come fonte energetica. In questa situazione, vengono utilizzati fonti energetiche alternative con produzione di corpi chetonici che si accumulano nel sangue determinando acidosi metabolica.
L'acetone è un corpo chetonico estremamente volatile che viene eliminato attraverso i polmoni determinando alito acetonemico all'odore di frutta.• Il diabete altera l'umore?
Esiste una frequente associazione fra diabete mellito e alterazioni dell'umore; si stima che il 15-20% di persone con diabete presenti una sintomatologia depressiva. Spesso la depressione del tono dell'umore è secondaria alla diagnosi e percezione di malattia, alla percezione di inefficacia/ insuccesso nella gestione del diabete o all'insorgenza di complicanze. Il trattamento della depressione migliora sicuramente la qualità di vita percepita del paziente diabetico, e spesso, anche i suoi parametri metabolici.
• Da quando mi hanno detto che ho il diabete, ho paura di diventare cieco. Come posso affrontare questa paura?
La retinopatia diabetica è una complicanza del diabete che può portare nel tempo alla cecità. Per ridurre il rischio e la progressione di retinopatia è importante tenere sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue, i livelli di colesterolo e la pressione sanguigna. È inoltre fondamentale eseguire controlli periodici degli occhi, già alla diagnosi di diabete e poi almeno una volta all'anno, in quanto la diagnosi precoce della retinopatia aumenta la possibilità di successo delle cure.
• Ho il diabete. L’ho appena saputo. Chi mi aiuterà a gestire la malattia? Posso parlarne con il mio medico curante o devo andare sempre da uno specialista?
In presenza di valori di glicemia indicativi di diabete il medico curante, se lo ritiene opportuno anche avvalendosi della consulenza di uno specialista diabetologo, stabilirà un programma personalizzato per ottimizzare il controllo della malattia.
• Ci sono degli infermieri specializzati nel trattamento del diabete?
Infermieri specializzati nell'assistenza al paziente diabetico sono parte integrante del team diabetologico e svolgono un ruolo fondamentale nell'educazione del paziente all'autocontrollo glicemico e all'autosomministrazione insulinica.
• Quando può essere utile rivolgersi a uno psicologo?
Lo psicologo può svolgere un ruolo importante in diverse fasi della malattia per problematiche di diversa natura, riferite dal paziente o percepite dal diabetologo: difficoltà di accettazione della malattia o delle complicanze, difficoltà di effettuazione della terapia dietetico-comportamentale o farmacologica, alterazioni dell'umore.
Un discorso a parte riguarda i genitori di bambini diabetici; spesso sono questi adulti, più che i piccoli pazienti, a richiedere un supporto di tipo psicologico, almeno nelle prime fasi di malattia• Che cos’è il diabete?
Il diabete mellito è una malattia che interessa il metabolismo glucidico, con decorso cronico e che insorge quando l'organismo non riesce più a produrre un'appropriata quantità di insulina, con conseguente aumento dei livelli plasmatici di glucosio. Gli zuccheri, infatti, in presenza di questo ormone, l'insulina, riescono ad entrare nelle cellule dell'organismo (principalmente, fegato e muscoli) e ad essere trasformati in energia. Nelle persone affette da diabete di tipo 1, il glucosio si accumula nel sangue (iperglicemia) perché l'insulina viene prodotta in minime quantità o addirittura non viene prodotta. Nei soggetti affetti da diabete di tipo 2, la produzione di insulina non è necessariamente ridotta (addirittura molte volte è secreta in abbondanza), ma la sua azione è meno efficace a causa dell'insulino-resistenza un meccanismo che spesso si associa all'obesità.
• Si può avere il diabete dalla nascita?
Certamente. E' la forma meno frequente (diabete di tipo 1), ma il diabete può insorgere anche in un neonato. Più frequentemente, comunque, il diabete mellito è una malattia che si sviluppa nel tempo, progressivamente e spesso in modo subdolo e latente. Non è raro scoprire per caso di avere il diabete. Il tipo 2 è la forma più comune e spesso insorge in età adulta, anche se oggi si riscontra con sempre maggiore frequenza anche tra bambini ed adolescenti, soprattutto se hanno uno stile di vita sedentario e sono in sovrappeso.
• Qual è il compito dell'insulina?
Il principale compito dell'insulina, un ormone prodotto dal pancreas, è quello di agire come una chiave, in modo da consentire al glucosio - ricavato dagli alimenti che contengono carboidrati - di passare dal sangue dentro le cellule in cui viene utilizzato come fonte di energia.
• Che cosa s'intende per "resistenza all'insulina"?
Con tale espressione si intende che, anche nel caso in cui il vostro organismo sia in grado di produrre insulina, non riesce a utilizzarla in modo adeguato a consentire il passaggio del glucosio nelle cellule e quindi a garantire loro la principale fonte energetica.
La resistenza all'insulina è correlata al sovrappeso e a uno stile di vita sedentario. Se soffrite di diabete di tipo 2, avete inoltre maggiore probabilità di sviluppare patologie come l'ipercolesterolemia e l'ipertensione.
• Quali sono i livelli normali di glicemia?
I valori normali di riferimento della glicemia misurata tramite esame a digiuno sono compresi tra 60 e 110 mg/dl.
Se l'esame della glicemia a digiuno mostra livelli superiori ai limiti della norma, ma non indicativi di diabete (≥ 126 mg/dl) si parla di alterata glicemia a digiuno (vedi tabella). In questo caso, oppure se si hanno altri fattori di rischio (es. familiarità, obesità, ipertensione arteriosa, sedentarietà, età >50 anni, etc.), è molto utile fare il test da carico di glucosio. Questo test permette, mediante somministrazione di 75 g di glucosio liquido,di accertare la presenza di diabete o una condizione di pre-diabete, dopo prelievo ematico a distanza di 2 ore dal test (la cosiddetta "ridotta tolleranza glicidica").
Valori di riferimento della glicemia plasmatica | · NORMALITÀ A DIGIUNO → Glicemia = 60-110 mg/dL · ALTERATA GLICEMIA A DIGIUNO → Glicemia = 110-125 mg/dL · RIDOTTA TOLLERANZA GLICIDICA → Glicemia = 140-200 mg/dL · DIABETE → Glicemia ≥ 126 mg/dL |
• La glicemia varia a digiuno?
- La glicemia, a digiuno, varia generalmente in un intervallo piuttosto ristretto, in genere tra i 60 e i 110 mg/dL. E' importante che il livello di glucosio nel sangue si mantenga costante. >
- La persistenza di valori più elevati (iperglicemia), può portare nel tempo alle complicazioni tipiche del diabete.
- Valori costantemente troppo bassi (ipoglicemia) possono provocare gravi conseguenze al cervello e alla retina, e causare - se non tenuti sotto controllo - il coma o la morte.
• Come varia la glicemia dopo un pasto?
Dopo avere consumato un pasto, quando inizia la digestione dei carboidrati, il glucosio entra in circolo e la glicemia tende progressivamente ad aumentare, fino a raggiungere livelli che solitamente non superano i 140 mg/dl a 2 ore da un pasto.
Maggiore è il contenuto di carboidrati del pasto (carico glicemico), maggiore sarà l'aumento della glicemia durante la digestione.
• Ci sono fattori che influenzano la glicemia?
Sia pure con modalità differenti nei vari tipi di diabete, l'effetto principale delle alterazioni metaboliche presenti nel diabete è sempre lo stesso: troppo glucosio nel sangue (iperglicemia).
Il diabete di tipo 1, pur insorgendo ad ogni età, colpisce prevalentemente bambini e adolescenti. E' caratterizzato da picchi tra l'età prescolare e quella della pubertà. In genere, ha un esordio rapido, brusco, con variazioni stagionali e differenze geografiche. Diverse evidenze indicano che si tratti di una malattia autoimmunitaria (l'organismo distrugge parte delle sue stesse cellule). I fattori di rischio non sono conosciuti con certezza. Alcuni esperti hanno ipotizzato un coinvolgimento di infezioni virali intrauterine, predisposizione genetica ed altri.
Il diabete di tipo 2 è la forma più frequente di diabete (ca. 90%). Insorge tendenzialmente in età adulta e il rischio di comparsa aumenta con l'età. È più alto nel sesso femminile. Ha solitamente un esordio più lento e progressivo rispetto al diabete di tipo 1. Tra i fattori di rischio accertati vi sono: sovrappeso/obesità, dieta sbilanciata, vita sedentaria, ipertensione, valori alti di colesterolo e/o trigliceridi nel sangue, familiarità, e altri. Nell'80% dei soggetti affetti si osserva obesità e nella quasi totalità dei casi resistenza all'insulina. La diagnosi viene fatta in vari modi: 1) esame della glicemia a digiuno (almeno 2 valori anormali in 2 giorni diversi; 2) test orale di tolleranza al glucosio; 3) glicemia plasmatica effettuata in qualsiasi momento della giornata (se la glicemia >= 200 mg/dl, non sono necessari altri test).
• Esistono altre forme di diabete oltre al tipo 1 e al tipo 2?
Oltre alle due forme principali, che comprendono la maggior parte dei diabetici, l'Organizzazione Mondiale della Sanità segnala il diabete che compare per la prima volta durante la gravidanza (diabete gestazionale o gravidico) e un gruppo eterogeneo che comprende le forme più rare .
• Perché il diabete di tipo 2 è sempre più frequente nella popolazione?
Il diabete è una malattia della ricca società industrializzata. Le persone oggi vivono di più (in particolare le donne sono più longeve e questo spiega in parte la maggiore incidenza nel sesso femminile) e conducono una vita meno attiva, con un'alimentazione più raffinata, rispetto alle generazioni precedenti, con la conseguenza che un maggior numero di soggetti ha più probabilità di essere in sovrappeso oppure è a rischio di obesità. Ciò aumenta il rischio di insorgenza di diabete di tipo 2 che, per le medesime ragioni (vita sedentaria, alimentazione scorretta e troppo zuccherina), tende a comparire con allarmante frequenza anche in età più precoce. E' importante stabilire uno stile di vita sano sin da piccoli. Un bambino sovrappeso sarà nella maggior parte dei casi un adulto sovrappeso, se non obeso, con un maggior rischio di diabete e malattie associate.
• Quali sono i fattori di rischio?
I fattori di rischio per il diabete di tipo 1 non sono ancora del tutto chiariti. Sono state elaborate diverse ipotesi (proteine del latte, infezioni virali etc) che possono colpire soggetti che hanno predisposizione a questo tipo di diabete. I fattori di rischio del diabete di tipo 2 sono maggiormente noti. Tra i principali: sovrappeso/obesità, vita sedentaria, ipertensione, familiarità, valori elevati di colesterolo e/o trigliceridi nel sangue etc
• Perché il diabete va tenuto sotto controllo?
Per il diabete non esistono cure radicali, al momento, che permettano la guarigione, perciò è necessario controllarlo per tutta la vita mediante l'adozione di misure adeguate che vanno personalizzate su di voi dal vostro medico e la cui efficacia dipenderà molto anche da quanto deciderete di cooperare. Oggigiorno i medici incoraggiano le persone affette da diabete ad assumere un atteggiamento responsabile verso la propria salute, sensibilizzandoli a prestare maggiore attenzione alla propria dieta e all'esame regolare del sangue e delle urine per monitorare da sé la propria condizione. Il sito spiegherà passo dopo passo come si raggiunge tale autonomia e come si acquista fiducia nella capacità di tenere il proprio diabete sotto controllo, per poter vivere una vita piena e normale e per prevenire la comparsa di insidiose complicazioni.
• Il diabete di tipo 2 peggiora nel tempo?
Il diabete di tipo 2 ha un decorso progressivo, ma oggi esistono nuove terapie per bocca e per via iniettiva che sembrano rallentare o addirittura arrestare il declino del pancreas del paziente diabetico (inibitori dell'enzima DPP-4, analoghi dei recettori del GLP-1). Quando insorge, l'organismo deve produrre più ormone insulina per riuscire a mantenere i valori di glucosio nel sangue (glicemia) entro i valori normali. Inizialmente, mangiare in modo più sano, dimagrire (se si è in sovrappeso) e fare esercizio fisico regolarmente possono essere soluzioni indicate per tenere sotto controllo la glicemia in modo efficace. Con il passare del tempo, però, l'organismo progressivamente non sarà più in grado di soddisfare la richiesta di insulina, soprattutto se si è in sovrappeso. Il primo farmaco da assumere (indipendentemente dal controllo della glicemia) è sicuramente la metformina che riduce l'insulino-resistenza e ritarda la terapia con insulina, che non deve essere vissuta come una condanna, né indica un diabete "più grave". E' importante anche tenere sotto controllo i valori della pressione arteriosa. Con il tempo, potrebbe essere necessario assumere diversi tipi di farmaci.
• Si guarisce dal diabete?
Oggigiorno non esiste una cura risolutiva specifica per il diabete, ma un buon controllo della malattia garantisce una vita piena e normale.
L'approccio terapeutico più attuale si basa su 3 fondamenti principali:
- una particolare attenzione alla dieta, in maniera del tutto simile a quella delle persone non diabetiche;
- uno stile di vita attivo, con moderato e regolare programma di attività fisica;
- la terapia farmacologica personalizzata.
Inoltre, parte essenziale della cura del diabete è la pratica introdotta nella seconda metà degli anni settanta dell'autocontrollo domiciliare della glicemia, uno strumento fondamentale per ottimizzare il controllo individuale del diabete, personalizzare la cura e prevenire le complicanze croniche, il vero pericolo della malattia. E' importante, inoltre, controllare regolarmente la pressione arteriosa (si può misurare regolarmente dal proprio farmacista o anche da soli a casa), e i livelli di colesterolo e dei lipidi plasmatici, che devono mantenersi entro i valori raccomandati.
• I bambini possono sviluppare il diabete?
Anche i bambini possono sviluppare il diabete. In genere, si tratta di un diabete di tipo 1 o insulino-dipendente che può manifestarsi già in età neonatale.
• Perché occorre monitorare con regolarità la glicemia? Non ci si può basare solo sui sintomi?
Occorre molto tempo prima che i sintomi legati all'iperglicemia e alla glicosuria si rendano manifesti per cui è indispensabile eseguire regolarmente l'automonitoraggio glicemico per verificare in maniera semplice e accurata l'andamento della propria glicemia.
• Con quale frequenza occorre controllare la glicemia?
Il diabetologo, in base alla terapia ed alla situazione clinica, consiglierà la frequenza con cui eseguire i controlli della glicemia.
• Ci sono delle situazioni in cui è importante controllare con maggiore frequenza la glicemia?
In condizioni di squilibrio glicemico o malattie intercorrenti è consigliabile controllare con maggior frequenza la glicemia.
• È necessario tenere un diario dove registrare i valori della glicemia?
E' molto importante registrare i valori della glicemia in un diario per permettere al diabetologo di eseguire aggiustamenti appropriati della terapia insulinica o ipoglicemizzante orale.
• In quali momenti della giornata va controllata la glicemia?
E' consigliabile eseguire controlli della glicemia sia a digiuno che due ore dopo l'inizio dei pasti. Un profilo glicemico completo ottimale prevede 6 controlli glicemici giornalieri da effettuare prima e due ore dopo l'inizio dei pasti. Il diabetologo consiglierà la frequenza con cui eseguire i profili glicemici.
• In quali situazioni è indispensabile misurare la glicemia?
E' indispensabile misurare la glicemia prima di iniziare un'attività fisica e ogni volta che si avvertono sintomi che potrebbero essere indicativi di ipoglicemia. In quest'ultimo caso, se non si ha a disposizione l'apparecchio per il controllo della glicemia, è consigliabile assumere comunque zuccheri semplici associati eventualmente all'assunzione di carboidrati a lento assorbimento.
• Sotto quale valore si parla di ipoglicemia?
L'ipoglicemia è uno dei più frequenti problemi che una persona diabetica di tipo 1 o 2, bambino, adolescente, adulto o anziano che sia, si trova a fronteggiare quando è in trattamento con ipoglicemizzanti orali o insulina. "Andare in ipo" significa che nel sangue il livello di zuccheri è sceso sotto i limiti di normalità: in genere si tratta di valori sotto i 60-70 mg/dl per episodi di ipoglicemia lieve, mentre le ipoglicemie gravi scattano sotto i 30 mg/dl. Questi numeri rappresentano le soglie più comuni raccolte dall'esperienza della maggior parte dei diabetici ma possono esserci anche delle eccezioni, ad esempio che cominciano a sentire i sintomi dell'ipoglicemia a valori fisiologici di 100 mg/dl. Questo può accadere quando un organismo è abituato ad una media di valori alti, in questo caso per esempio 200 mg/dl, e quindi scendere alla soglia dei 100 provoca i segni di un'ipoglicemia che va in ogni caso corretta. Si tratta del cosiddetto fenomeno dell'ipoglicemia relativa.
• Che cosa si intende per ipoglicemie lievi?
Si definisce lieve una crisi ipoglicemica che non provoca difficoltà nel coordinare i gesti e che non abbassa la lucidità della persona diabetica che continua a poter gestire bene e in modo autonomo la situazione assumendo semplicemente degli zuccheri semplici che andrebbero sempre portati con sé per ogni evenienza. Per chi usa l'insulina è abbastanza normale rilevare da 1 a 3 attacchi di ipoglicemia lieve alla settimana, facilmente controllabili. Sono invece da evitare con cura le crisi ipoglicemiche dopo assunzione di ipoglicemizzanti orali, a qualsiasi età e soprattutto per le persone anziane.
• Quali sono i principali segni premonitori di ipoglicemia lieve a cui dare ascolto?
Nella maggior parte dei casi, le persone diabetiche sono in grado di riconoscere i segni premonitori di una crisi ipoglicemica (prodromi di una crisi). Si possono considerare come dei campanelli d'allarme che anticipano la crisi vera e propria e variano anche molto da una persona all'altra e nella stessa persona possono cambiare con l'avanzare dell'età e in situazioni diverse.
Tra i prodromi veri e propri compaiono spesso nervosismo improvviso, irrequietezza senza motivo, fame, stanchezza generale, difficoltà di memoria mentre altri rappresentano segni di una condizione di ipoglicemia, per esempio: sudore freddo, tremore alle mani, leggeri disturbi della visione che può risultare annebbiata, difficoltà a pronunciare alcune parole o giramenti di testa e disturbi dell'equilibrio.• Come si risolve un’ipoglicemia breve?
In genere viene applicata la cosiddetta "Regola del 15". In cosa consiste?
- Innanzitutto si consiglia di interrompere qualsiasi attività si stia svolgendo, in particolare attività sportive, lavoro, guida.
- Una volta raggiunto un posto tranquillo, si misura sempre la glicemia e poi si assumono, se si è un adolescente o un adulto 15 g di zuccheri semplici. Nei bambini 15 g potrebbero essere troppi quindi prima dell'assunzione è meglio calcolare la quantità precisa moltiplicando il peso del bambino in chilogrammi per il numero 0,3).
- Il risultato rapido della correzione con 15 mg di carboidrati dovrebbe essere un incremento a circa 45 mg/dL della glicemia (va tenuto conto che nell'adulto 1 g di zucchero aumenta la glicemia di circa 3 mg).
- Dopo 15 minuti si ricontrolla la glicemia: se il valore è inferiore ai 100 mg/dl o al livello concordato con il proprio medico, va assunta un'altra dose di 15 g di zuccheri. Se la glicemia è superiore ai 100 mg/dl, l'ipoglicemia è stata corretta.
- Va considerato che l'effetto del trattamento può essere temporaneo, quindi è indispensabile continuare a misurare la glicemia ogni 15 minuti fino a quando non si rilevino due valori normali in assenza di ulteriore assunzione di zuccheri tra le due misurazioni.
- In caso di ipoglicemia lieve, prima si interviene e prima i valori corretti della glicemia si ristabiliscono
• Gli ormoni femminili influenzano la glicemia? Come?
Gli ormoni femminili (estrogeni) possono influenzare la glicemia attraverso un aumento della sensibilità all'insulina. Il progesterone può al contrario determinare un aumento dell'insulino-resistenza.
• La glicemia varia prima delle mestruazioni?
Valori elevati di progesterone prima delle mestruazioni possono determinare un aumento dell'insulino-resistenza e, quindi, glicemia più elevata.
• Si può prendere la pillola se si ha il diabete?
Anche le donne con diabete, in assenza di controindicazioni, possono prendere la pillola. Lo specialista prescriverà, in base alla situazione, il tipo di pillola più appropriato.
• Come varia la glicemia durante la menopausa?
La premenopausa e la menopausa si associano ad alterazioni ormonali che spesso peggiorano un diabete preesistente, rendendo necessario un cambio di terapia. Nel diabete di tipo 1 si osserva spesso un periodo di maggior rischio ipoglicemico seguito da una riduzione del fabbisogno insulinico
• Posso avere figli se ho il diabete? Ho le stesse probabilità di rimanere incinta?
Un timore diffuso tra le donne diabetiche è quello di non riuscire a rimanere incinta a causa della malattia o di avere comunque una minore probabilità di riuscirci. In realtà non è affatto vero: la presenza di diabete non compromette la fertilità e con un buon controllo della malattia e in assenza di altri disturbi, le probabilità di concepire un figlio sono le stesse di ogni altra donna.
• Posso continuare ad usare i farmaci per il diabete anche in gravidanza?
Gli ipoglicemizzanti orali non vengono somministrati durante la gravidanza, in quanto non sono disponibili dati sufficienti a garantirne l'innocuità per il feto. La gravidanza rappresenta dunque una chiara indicazione alla terapia insulinica da instaurarsi, nel diabete pregravidico, già prima del concepimento e, nel diabete gestazionale, quando il solo trattamento dietetico non permette il raggiungimento degli obiettivi glicemici.
• Dovrò fare esami particolari durante la gravidanza a causa del diabete?
È opportuno che ogni donna con diabete che intenda intraprendere una gravidanza sia sottoposta a screening ed eventuale trattamento delle complicanze della malattia. Durante la gravidanza è fondamentale praticare l'autocontrollo domiciliare della glicemia (4 8 misurazioni/die) con misurazioni pre-prandiali, post-prandiali (1 ora dopo il pasto) e notturna.
• Avere il diabete influirà sul travaglio?
Il glucosio presente in eccesso nel sangue materno stimola il pancreas fetale a produrre insulina. Alti livelli di insulina e di glucosio fanno crescere eccessivamente alcuni tessuti e determinano, in una elevata percentuale dei casi, la nascita di un bambino macrosomico (peso alla nascita superiore ai 4 chili). Al momento del parto, per ovvie ragioni, un neonato macrosomico incontra più difficoltà a venire alla luce per via naturale, richiedendo in molti casi il ricorso al parto cesareo.
• Un diabete non controllato nelle fasi iniziali della gravidanza che tipo di complicanze può causare nel neonato?
Il diabete preesistente alla gravidanza influenza l'organogenesi (formazione di organi e apparati) e si associa pertanto ad un'elevata incidenza di malformazioni congenite neonatali che costituiscono la principale causa di mortalità perinatale e sono strettamente correlate al controllo metabolico delle prime settimane di gestazione.
• Il diabete potrebbe impedirmi di allattare al seno?
La presenza del diabete o l'aver avuto il diabete gestazionale non è una controindicazione all'allattamento naturale, che anzi, anche nella paziente diabetica, va incoraggiato.
• Qual è il legame tra il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari?
Il diabete e le malattie cardiovascolari sono strettamente collegati tra loro. Infatti, il diabete non controllato (emoglobina glicata HbAc1 stabilmente superiore al 7%) si associa a un elevato rischio di complicanze cardiovascolari.
• Perché è utile fare esercizio fisico se già si segue una sana dieta in modo rigoroso?
La sola dieta, per quanto seguita in modo rigoroso, non sempre è sufficiente a tenere sotto controllo il diabete. La cosa migliore è associarla ad un programma di esercizio fisico costante. Dieta ed movimento rappresentano le prime due armi naturali per combattere il diabete, in particolare il diabete di tipo 2.
L'attività fisica regolare e moderata (come consigliato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità) stimola una serie di eventi nell'organismo che modificano la composizione del corpo. Se praticata con regolarità aiuta a ridurre la quantità di tessuto adiposo a favore di quello magro: muscolatura, tessuto connettivo e ossa. Ciò favorisce l'incremento del metabolismo e migliora la resistenza fisica, ovvero la quantità di esercizio che una persona diabetica può fare senza sentirsi stanca od esausta. Questo non solo favorisce un senso di benessere generale ma riduce anche la pressione sanguigna e il colesterolo "cattivo" (LDL, a bassa intensità) mentre fa aumentare il colesterolo "buono" (HDL, ad alta densità). Inoltre, migliorare la resistenza fisica aumenta la sensibilità all'insulina e quindi tende a diminuire i livelli di glicemia. Il beneficio vale per tutti ma se si è in trattamento con farmaci o con insulina è possibile, man mano che le condizioni fisiche migliorano, arrivare a ridurre progressivamente la dose di insulina o di farmaci per evitare l'ipoglicemia. Per qualsiasi dubbio è bene rivolgersi al proprio medico o trainer per avere tutte le informazioni del caso.
• Sono diabetico e so che il movimento fa bene ma non amo gli sport: che cosa posso fare?
L'attività fisica fa bene a tutti e a maggior ragione a chi ha il diabete. Sono molti gli studi che ne hanno dimostrato l'efficacia del movimento regolare nel tenere sotto controllo il diabete, quando associato ad una dieta adeguata. Praticare un'attività fisica non significa necessariamente fare sport o allenarsi per le olimpiadi ma più semplicemente ricavarsi un'attività adatta al proprio stile di vita e svolgerla regolarmente. Un buon punto di partenza può essere quello di consultare il personale di una palestra o di un centro fitness che ha una formazione specifica al riguardo. Si potrà così ottenere un programma personalizzato per migliorare la propria forma fisica, riducendo anche il peso corporeo, cosa importante soprattutto se si parla di diabete di tipo 2 che si associa quasi sempre al sovrappeso.
Ecco anche un elenco di possibili alternative alla palestra e al centro fitness:
- Quando è possibile, meglio camminare anziché usare l'auto. Una sana camminata, se fatta regolarmente, diventa un'ottima abitudine, è un'attività fisica economica e si può fare anche in compagnia. Secondo l'OMS l'ideale è fare 3 camminate alla settimana, di almeno mezz'oretta, a passo rapido.
- Prediligere le scale piuttosto che l'ascensore.
- Andare a piedi da casa al lavoro e viceversa oppure scendere dall'autobus una o due fermate prima e fare il resto a piedi.
- Se si ha un cane, portarlo a passeggio più spesso e più a lungo.
- Considerare l'idea di acquistare una bicicletta per gli spostamenti o una cyclette che si può usare mentre si guarda la TV invece di sdraiarsi passivamente sul divano.
- Frequentare regolarmente una piscina magari facendo un corso di acquagym. L' acquagym è una delle discipline consigliate per tutti ed in particolare per le persone in sovrappeso, le donne in gravidanza e le persone anziane, anche con diabete. Sostenuto dall'acqua, infatti, il corpo diventa più leggero e può compiere senza sforzi movimenti che all'asciutto sarebbero impossibili.